Una guida completa e dettagliata delle cose da fare e vedere a Sofia in 1, 2 o 3 giorni.
Cosa fare a Sofia
Sofia è la misteriosa capitale della Bulgaria. Il mistero è dato dal fatto che questa capitale europea si trova molto distante dai normali circuiti turistici italiani. Sono più che convinto che pochissimi tra voi avranno coltivato segretamente il desiderio di recarsi a Sofia. Ma è proprio quest’aura di mistero che ci ha spinti sino a quì.
La città è un crogiolo di antiche civiltà che si stabilirono in questo luogo di passaggio a metà strada tra il cuore dell’Europa e le porte dell’Asia. Non sarà difficile scorgere a poca distanza tra loro resti romani ed ex simboli comunisti, bagni turchi e chiese medievali.
Sofia perciò ha molto da offrire e da mostrare per chi desidera esplorare e ampliare i propri orizzonti, perciò adesso vediamo cosa fare a Sofia!
Cattedrale Alexander Nevskij
Il must indiscusso di tutta Sofia, la cattedrale dedicata ad Alexander Nevskij, eroe russo che combatté al fianco dei bulgari per spezzare il dominio ottomani sul Paese, è diventata il simbolo della città.
La cattedrale, realizzata a cavallo tra ‘800 e ‘900 in stile neo bizantino, è la seconda chiesa ortodossa più grande del mondo, seconda solo a San Sava di Belgrado.
Dall’esterno colpiscono il colore verde e oro delle sue cupole che riflettono i raggi del sole, mentre l’interno composto da 5 navate è un tripudio di marmi e oro.
Alle 17 precise le 12 campane del campanile iniziano a suonare per richiamare i fedeli alla preghiera riempiendo l’aria di rintocchi assordanti. Lo spettacolo è assicurato!
La Chiesa di Santa Sofia
Questa è la seconda chiesa più antica della città, la prima è la Rotonda di San Giorgio, nonché quella che dà il nome alla città. La sua fondazione sembra risalire addirittura al IV sec. d.C. sulle fondamenta di altre chiese precedenti e addirittura sull’antica necropoli di Serdica (la Sofia di origine romana).
L’interno della chiesa è molto spoglio in quanto l’edificio, in seguito alla dominazione ottomana, venne convertito in moschea con la conseguente eliminazione di tutti gli affreschi presenti. Infine due terremoti nell’800 fecero addirittura crollare parte delle murature. La chiesa rimase in stato di semi abbandono sino al 1998, anno in cui venne restaurata e riaperta al pubblico.
Al suo interno è possibile anche scendere al livello della necropoli romana e addentrarsi in stretti cunicoli fiancheggiati da tombe, antiche mura e mosaici dimenticati.
La chiesa infine è priva del campanile, che non venne mai costruito. Tuttavia sull’albero di fronte alla porta d’ingresso, potrete vedere la campana che venne posta dall’esercito russo nel 1878 e che, con il suo scampanare, serviva ad annunciare la liberazione dai turchi.
La Rotonda di San Giorgio
Considerato l’edificio più antico di tutta Sofia, è stato realizzato nel III sec. d.C. nascendo come piccolo tempio pagano. Nell’arco della sua storia è divenuto ben presto chiesa, poi moschea e infine nuovamente chiesa.
Le dimensioni interne sono davvero molto ridotte, visti i suoi 10 metri di diametro, e la pianta è circolare. Le decorazioni interne sono state rimaneggiate più e più volte nell’arco del tempo e si contano ben 3 strati di affreschi.
L’edificio realizzato interamente in mattoni, è completamente circondato da 3 edifici moderni e rispettivamente l’Hotel Balkan, la Presidenza della Repubblica e il Ministero dell’Interno.
Nell’area circostante è poi disseminata di antiche mura che costituivano il palazzo di Costantino trasformato poi in fonte per i battesimi di massa.
Museo Archeologico Nazionale di Sofia
Il Museo è stato realizzato all’interno della più grande moschea della città. La mostra permanente ospita numerosi reperti risalenti all’età del bronzo, reperti romani e ottomani.
La sala del tesoro è sicuramente il must del museo. Qui sono conservati ben 2 tesori quasi completamente in oro. Il primo, il tesoro di Vulchitrun, venne ritrovato per caso in un campo da due bambini che stavano giocando. E’ composto da ben 13 pezzi per un totale di 13 Kg di oro. Il pezzo più pesante è un vaso che da solo pesa 4,5 Kg.
Il secondo tesoro invece proviene da una sepoltura ed è stato rinvenuto a Lukovit in Tracia. Sembra che il corredo appartenesse a re Sevt III.
La Chiesa russa di San Nicola
La chiesa russa di San Nicola è stata realizzata nel 1878 sulle fondamenta di una moschea. Il 1878 è l’anno in cui l’esercito russo riesce a liberare la città dalla dominazione ottomana e l’edificazione di questa chiesa sancisce in maniera indissolubile il rapporto di amicizia tra il popolo russo e quello bulgaro.
La chiesa, per la sua bellezza, è tutelata dall’UNESCO ed è l’edificio ufficiale della comunità russa. Molti sono i richiami alla Russia in questa zona, sono presenti infatti il Viale Alexander II, il monumento commemorativo allo zar e l’Ambasciata russa.
L’esterno è decorato con 5 cupole dorate che risplendono al sole. Nella cripta è poi sepolto l’Arcivescovo Seraphim, figura particolarmente amata dai fedeli. Si racconta che l’Arcivescovo, ormai prossimo alla morte, chiese ai fedeli di continuare a scrivergli, anche dopo la sua dipartita, affinché lui potesse continuare a prendersi cura di loro. Perciò non sarà strano vedere delle persone intente a scrivere lettere di carta da lasciare nell’apposita urna dedicata.
La Statua di Santa Sofia
Monumento molto controverso dedicato a Santa Sofia. La statua è stata realizzata alla caduta del regime sovietico sul luogo di una vecchia statua dedicata a Lenin. Forse non tutti sapranno che il regime sovietico vietava qualsiasi esposizione di simboli religiosi in favore della laicità. Tuttavia chi commissionò la statua pensò erroneamente che il nome della città derivasse da Santa Sofia, martirizzata dai romani per non essersi voluta convertire al paganesimo. Invece il nome della città deriverebbe da Giustiniano che dedicò la città alla Saggezza di Dio (in greco Sophia).
La statua col tempo è stata accolta dalla popolazione e ora campeggia nel centro della città vestita col suo abito succinto, sfoggiando tra le mani la corona di alloro e la civiltà simboli della sua disobbedienza al paganesimo.
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Leggete anche l’articolo su Belgrado e Skopje.
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Articolo scritto da Dario